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Start for freeIl numero chiuso per l’accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia è un tema dibattuto da decenni in Italia. Questo sistema, introdotto per regolamentare l’accesso a una delle facoltà più ambite del panorama universitario, è nato come risposta a problematiche specifiche e ha subito diverse trasformazioni nel corso degli anni. Oggi rappresenta una realtà consolidata, ma non priva di critiche e proposte di riforma. In questo articolo analizzeremo l’evoluzione del numero chiuso, le motivazioni che hanno portato alla sua introduzione e il funzionamento attuale dell’ammissione a Medicina nel 2025.
La necessità di regolamentare l’accesso a Medicina si è manifestata a partire dagli anni ‘70 e ‘80, un periodo caratterizzato da un numero crescente di studenti iscritti alle facoltà mediche italiane. Questa situazione ha determinato alcune problematiche strutturali e qualitative:
Per affrontare queste criticità, il Parlamento italiano approvò la Legge 264/1999, che regolamentava l’accesso ai corsi di laurea a numero programmato a livello nazionale. Medicina e Chirurgia fu inclusa tra le facoltà soggette a questa normativa.
L’introduzione del numero chiuso è stata solo l’inizio. Negli anni, il sistema si è evoluto per rispondere a nuove esigenze e migliorare l’equità del processo selettivo.Agli inizi degli anni 2000, il test d’ingresso nazionale diventò lo strumento principale per selezionare i candidati. Questo test valutava competenze in logica, biologia, chimica, matematica e cultura generale. Nel 2013, per rendere il processo più trasparente, fu introdotta la graduatoria unica nazionale, che permetteva agli studenti di concorrere per più atenei con un unico punteggio.Gli ultimi anni hanno visto ulteriori cambiamenti. Tra il 2020 e il 2022, le critiche al test d’ingresso, percepito come troppo stressante e poco rappresentativo delle reali capacità dei candidati, hanno spinto verso nuove sperimentazioni. Questo ha portato, nel 2023, all’introduzione del TOLC-MED, un sistema di test informatizzati e ripetibili, pensato per offrire maggiore flessibilità e per valutare meglio le competenze effettive degli studenti.
Per comprendere l’impatto del numero chiuso, è utile osservare i dati. Nel 1999, i posti disponibili per Medicina erano circa 7.000. Da allora, il numero è gradualmente aumentato, raggiungendo i 14.740 nel 2023. Nel 2025, l’offerta formativa prevede 15.876 posti disponibili, un incremento che riflette la necessità di bilanciare la formazione di nuovi medici con le sfide poste dall’invecchiamento della popolazione e dalle nuove emergenze sanitarie.
Nel 2025, l’ammissione ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia è regolamentata dal sistema TOLC-MED (Test OnLine CISIA per Medicina). Questo sistema presenta caratteristiche innovative rispetto ai metodi precedenti:
Nonostante i miglioramenti, il numero chiuso rimane un tema divisivo. Molti criticano l’esclusività del sistema, che sembra favorire studenti con risorse economiche per corsi di preparazione privati. Allo stesso tempo, l’Italia continua a fronteggiare una carenza di medici, un problema aggravato dalla pandemia e dall’invecchiamento della popolazione. Proposte alternative includono modelli di selezione basati su corsi propedeutici o sull’accesso libero con selezione al termine del primo anno di studi. Tuttavia, queste idee richiedono un ripensamento radicale dell’intero sistema accademico.
Il numero chiuso a Medicina in Italia è nato per rispondere a esigenze di qualità formativa e di sostenibilità del sistema sanitario, ma è stato oggetto di costante evoluzione. Il sistema attuale del TOLC-MED rappresenta un passo avanti in termini di flessibilità e trasparenza, ma il dibattito sulla sua efficacia e equità è tutt’altro che concluso. Il futuro del numero chiuso dipenderà dalla capacità delle istituzioni di bilanciare l’accesso all’istruzione con le necessità del sistema sanitario.